Riflessioni su una vita che vita non è.

La paura è una costante della mia vita da ormai quasi 4 anni.

Non si impara a conviverci, purtroppo chi ve lo racconta non vi dice la verità.

Si cerca la speranza, tra uno di quei segnatempo e l'altro, che sono rappresentati dai controlli che attendi con ansia e spesso terrore, con l'amara consapevolezza che prima o poi potrebbe arrivare quello che che metterà la parola fine a quella che qualcuno si ostina a chiamare vita, ma che vita non è.

Una "falsa vita" che ti ha accompagnato per tutto quel periodo in cui ti sei confrontato con una malattia che non ti ha lasciato respirare facendoti sperare che la tortura psicologica, oltr che fisica alla quale sei stato sottoposto, possa finire presto in modo positivo, in modo purtroppo troppo spesso illusorio, perché in fondo la speranza è ciò che ti dà quel minimo di energia per farti sopravvivere.

Troppo spesso però, non è così e nonostante la sofferenza patita, le speranze disilluse, il capitolo finale è in realtà già scritto da anni, lasciandoti una pesante sofferenza ed un disarmante senso di sconfitta. Questa, purtroppo signori, è la realtà e non confondetela con altro.

Non si può sapere quanto dura, quante illusioni vi riserva ma è così. E non chiamatela pessimismo ma cercate di prendere atto di ciò che è. Crudele, spietata realtà. Sarà più facile e meno dolorosa affrontarla.

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