Una vita che non può essere definita tale
di Alessandro Rossi Non è facile pensare positivo perché a causa della mia malattia sono praticamente bloccato a letto tutto il giorno. Si tratta di una malattia estremamente letale e lo so da tre anni e mezzo, da quando è comparsa ed il decorso è normalmente più breve, il mio è probabilmente un caso particolare. Questo però non l'ha resa meno difficile da affrontare, almeno nell'ultimo periodo. Ho problemi di sensibilità agli arti sinistri a causa di edema che si formano frequentemente e per i quali devo sottopormi a terapia a base di cortisone con conseguenti effetti collaterali che mi portano a gonfiare a causa della ritenzione idrica ed a prendere peso che mi viene fatto notare tutti i santi giorni, anche se non esagero con il cibo. Non cammino e ormai ho capito che non potrò più farlo. Sto prendendo seriamente in considerazione l'ipotesi di richiedere il pensionamento anticipato, anzi, ormai ho deciso di farlo.Non sono più in grado di lavorare con la necessaria serenità e concentrazione e sono impossibilitato a raggiungere il luogo di lavoro. Questa non è vita, né per me né per chi mi è vicino. Almeno per come intendo io il concetto di vita e tutti coloro che dicono che ogni giorno vale la pena di essere "vissuto" lo dicono perché non provano questo strazio.
Non si combattono battaglie che si sa già non possono essere vinte. Si finisce per essere delusi ed il dolore diventa ben maggiore. C'è una speranza sola, che questo incubo finisca il prima possibile.
P.S. la foto nel post non è recente ed è l'ultima che riguarda me che pubblico e per favore risparmiatevi i soliti commenti commiseranti o di incitamento ai quali non credo più e che non ho più voglia di leggere. Grazie.
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