La crisi infinita del Sistema sanitario Nazionale
di Alessandro Rossi
Chi segue questo blog ha sicuramente capito che le problematiche della Sanità sono argomenti che mi stanno particolarmente a cuore, prima di tutto perché la salute è uno dei diritti fondamentali sancito dalla nostra Costituzione.
Uno dei problemi più evidenti è quello delle liste di attesa e delle tempistiche di accesso alle prestazioni specialistiche che è sempre stato il tallone di Achille della Sanità e che negli ultimi anni si è addirittura aggravato anche in quelle regioni che erano considerate più virtuose.
Due anni, questa è la tempistica media attuale per eseguire una mammografia in una struttura pubblica.
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Fonte Nefrocenter |
Un tempo che già era lungo e che si è ulteriormente allungato dopo la pandemia di Covid, rendendo sempre più difficile l'accesso a certe prestazioni gratuite del Servizio Sanitario Nazionale. A questo dato già allarmante possiamo aggiungere i tre anni per un intervento per un tumore all'utero.
Questa dilatazione dei tempi è dovuta principalmente alla contrazione delle visite specialistiche durante il periodo della pandemia che l'organizzazione sanitaria sta faticosamente cercando di recuperare.
Per poterlo fare in tempi ragionevoli è necessario aumentare considerevolmente il numero degli addetti.
secondo i dati a disposizione, infatti, sono circa 30.000 i medici che andrebbero inseriti in organico, un numero ancora più significativo sarebbe quello degli infermieri (circa 70.000).
Queste carenze di personale , oltre a condizionare il funzionamento delle strutture ospedaliere, ha di fatto impedito lo viluppo della Sanità territoriale, con l'implementazione delle cosiddette case della salute che avrebbero dovuto portare la sanità sui territori, alleggerendo di fatto le strutture quali i Pronto soccorso che sarebbero sollevati dalla gestione di problematiche minori, perché l'utente troverebbe un punto di accesso ai servizi sanitari più adatti alle sue necessità del momento senza congestionare le altre strutture.
Questa situazione è principalmente figlia di una politica sanitaria fatta di tagli alle spese portata avanti dai vari governi che si sono susseguiti.
Questa scelta scellerata, che secondo alcuni medici, con i quali ho avuto modo di confrontarmi sul tema, quando ancora mi occupavo attivamente di politica, ha anche comportato in pratica la riduzione dei medici di base, in quanto per poter essere qualificati ad esercitare il ruolo dovevano essere specializzati anche in medicina generale, prerogativa che durante la pandemia è decaduta, senza però riuscire ad eliminare il problema dell'elevatissimo numero di assistiti per ciascun medico.
In Toscana, infatti, si arriva ad una cifra di 1800 pazienti per medico, numero assurdo per consentire una corretta gestione dell'utente.
A questo va aggiunto il numero chiuso per l'accesso alle facoltà di medicina, che ha portato gli studenti ad effettuare delle scelte che gli garantissero un maggiore sbocco professionale.
Io da umile cittadino posso solo rilevare che scelte politiche del passato sono state sbagliate e disastrose.
Ovviamente al nuovo governo non si possono chiedere miracoli, non siamo più in campagna elettorale ma ci attendiamo un decisivo cambio di rotta che peraltro è stato più volte promesso, che possa finalmente innescare un processo di rinnovamento e un miglioramento deciso del servizio sanitario.
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