L'attesa
Attesa: Il tempo trascorso nell'aspettare; Anche: lo stato d'animo di chi attende il realizzarsi di qualcosa conforme alle proprie speranze.
L'attesa è quella condizione particolare che ci accompagna durante tutta la vita, spesso infastidendoci come quando si sta più o meno pazientemente ad aspettare il nostro turno per un appuntamento, una coda, un esame scolastico, oppure suscitando quella trepidazione mista ad ansia pronta a scatenare una grande felicità o una delusione, la vittoria o la sconfitta della squadra del cuore, l'enorme gioia della nascita di un figlio.
L'attesa quindi è parte del nostro essere, della nostra vita. Ci accompagna, ci tormenta, ci detta i ritmi delle nostre emozioni. Sempre
C'è poi un'attesa particolare, quella che accompagna chi deve affrontare una malattia importante, dall'esito incerto. È quella che scandisce i tempi tra un controllo ed un altro, una terapia ed un esame il cui esito può essere ogni volta decisivo. Un'attesa che diventa spesso l'intervallo prospettico di vita, spesso limitato e che induce ansie, preoccupazioni, timori.
![]() |
Foto: dal web |
Lo spazio temporale quindi cambia e scatta, penso naturalmente, un meccanismo di autodifesa che cerca di riempire il più possibile quell'attesa, per distogliere il pensiero e non farsi prendere dall'ansia e dalla paura ed allora quell'attesa assume un significato diverso, non è più "tempo" perso ma "Vita" vissuta. Quella vita da vivere in ogni secondo, ogni attimo, ogni occasione.
Il tempo quindi diventa un vuoto da riempire, cercando di colmare anche quello che hai tralasciato infruttuosamente in passato. E riempi quei secondi, minuti, ore di cose che mai avresti pensato di fare in passato. Ricominci a studiare, leggi, studi, inizi a scrivere, ad impegnarti attivamente in qualcosa, anche per sostituire quelle attività che facevi prima e che ora non puoi più fare, piccoli o grandi che siano. Scopri una vita diversa, dove sei tu a dettare i ritmi, perché compressa in segmenti temporali ben definiti. Dove non devono trovare posto illusioni ma nemmeno angosce.
Può sembrare un paradosso, è vero, ma alla fine ti senti più realizzato, più completo e, come si dice oggi, con appiccicato addosso un bell'aumento di autostima e la convinzione che non si deve mai smettere di cercare lo stupore e la meraviglia perché è da questo che l'essere umano trae la sua essenza e la sua energia vitale.
È capitato a tutti notare una eccezionale forza d'animo in una persona alle prese con una grave malattia. Spesso in modo stupefatto ci siamo chiesti come facessero, o se mai noi, al posto suo, saremmo mai stati in grado di reagire in quel modo. È una domanda che mi sono posto molte anche io, fino a due anni e mezzo fa quando ho scoperto della mia malattia, quella che ha cambiato la mia vita ed il modo di vedermi in modo netto e senza possibilità di tornare indietro.
Ricordo abbastanza bene che il medico aveva appena terminato di illustrare la diagnosi inappellabile dell'esame ed io dopo il pugno in faccia, non del tutto inatteso, mi ero già aggrappato a quelle tre o quattro parole che sono state la scintilla per farmi pensare a cosa avrei dovuto fare da quel momento in avanti. Così, piano piano, si prende possesso di una nuova vita, che non può avere aspettative diverse dal "vivi il momento" e dove si deve imparare a contrastare quella paura che spesso comincia ad aleggiare quando si percepisce qualcosa si di strano - e per uno che ha lo soglia di percezione del dolore piuttosto alta è un problema, fidatevi.
Ma per questo non si è eroi, si è solo se stessi, essere umani che imparano gradualmente a trasformare quel tanto bistrattato tempo dell'attesa in preziosa vita vissuta. Fino a che lo si può fare con dignità, inseguendo la prossima occasione che la vita, nel bene o nel male ci riserverà.
Commenti
Posta un commento