Cosa resterà di questi anni 20?
Ma siamo appena agli inizi, direte voi!
Si, è vero ma non è che siano iniziati molto bene, anzi. A livello internazionale il decennio, che già non si portava una gran bella eredità di quello precedente, è iniziato con il fragore di una violenta pandemia che dopo due anni non ha ancora alzato bandiera bianca. Ora, che comunque sembrava che da quel punto di vista le cose stessero andando un po' meglio, la condanna a vivere nell'ansia trasmessa dalla TV e dagli organi d'informazione, ma sopratutto dalla realtà rimane invece sempre valida.
Da quasi due mesi dobbiamo fare i conti con una guerra in Europa che non accenna a terminare e potrebbe anche portarci sull'orlo di un nuovo conflitto mondiale. Questa situazione per quelli della mia generazione e quindi anche per quelle successive è del tutto nuovo ma ci ha messo di fronte a paure che almeno qui da noi pensavamo sepolte da decenni. Ho scritto qui ovviamente perché altrove le guerre non sono mai finite, ed il loro lascito di povertà e morte lo abbiamo visto in questi anni con i migliaia di profughi che si sono riversati nel nostro continente e che sono stati spesso accolti controvoglia o addirittura respinti, al grido "tornatevene a casa vostra".
Bene a guerra e pandemia ancora in corso e aggiungendo il fardello degli eventi personali avvenuti in questi due anni, i casini si sa vanno sempre a braccetto, che hanno pesato e stanno pesando sul mio quotidiano, in questi giorni ho cominciato a riflettere su cosa mi lascerà tutto questa sequenza di eventi o in cosa mi hanno cambiato.
Sicuramente ho ripreso abbastanza bene una bella abitudine che fino a 25-26 anni fa avevo e cioè quello di vivere alla giornata, senza pensare troppo al domani o fare programmi particolari per il futuro, non me lo posso permettere, ormai questo l'ho metabolizzato, come si dice.
In gioventù si ha meno pensieri per il futuro, poi con l'età aumenta il senso di responsabilità, soprattutto verso gli altri e questo ti porta inesorabilmente a pensare troppo alle conseguenze future delle decisioni che prenderai. Non è del tutto sbagliato però si corre il rischio di farsi trascinare e vivere spesso nella preoccupazione continua che toglie serenità, quella serenità che è la risorsa più preziosa che si ha per poter affrontare la vita ed i suoi tranelli senza farsi travolgere troppo emotivamente. Nel mio caso, paradossalmente, è stato proprio un evento di quelli che gettano nel panico più totale a farmi riscoprire la serenità. Chissà forse una reazione del sistema immunitario, ma tant'è che oggi, rispetto a soli 4 anni fa sono meno portato a farmi mille domande prima di fare una qualsiasi cosa. L'irascibilità c'era ed è rimasta, ma questa è un'altra storia.
Carpe diem, insomma.
Invece gli eventi che hanno colpito tutti mi hanno lasciato una certezza. Mi sono reso conto che la nostra società ha grandi sacche di egoismo ed insofferenza alle regole della convivenza civile. Per molti i propri interessi personali, che siano economici e effimeri, vanno sopra tutto, compreso le vite delle persone, lo abbiamo visto con i barconi che affondavano ed affondano nel mediterraneo, con la pandemia e con la guerra in Ucraina. Tragedie ma per quelle persone in realtà sono seccature perché creano ostacoli o impedimenti alle loro vite. Triste vederlo ma è così.
Questo rendermi conto della realtà della società in cui viviamo è anche stata la molla che mi ha spinto ad attivarmi in politica, spinto sopratutto dal desiderio di fare qualcosa per i diritti di coloro che sono discriminati per etnia, religione, sesso o disabilità, ma anche per dare il mio misero contributo per ricostruire un po' quel senso di comunità che è scomparso.
Siamo solo agli inizi degli anni 20, ma se vi fermate un attimo a pensare qualche cambiamento nel vostro modo di pensare, di rapportarvi con il mondo che vi circonda c'è stato. Sta a voi capire se vi piace o meno.
Io intanto vado avanti, guardo all'oggi e domani si vedrà
Buona Pasqua
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