Il primo passo storico della legge sul fine vita.

Oggi la Camera dei Deputati ha approvato con 253 voti a favore, 117 contrari e un astenuto il disegno di legge sul fine vita che ha recepito la sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019, detta anche sentenza Cappato.

Si tratta di un passo storico perché per la prima volta viene sancito dal Parlamento il diritto inviolabile di una persona di decidere di porre fine alle proprie sofferenze in caso di malattie irreversibili, chiedendo l'accesso al suicidio assistito che dovrà essere supportato dal Servizio Sanitario Nazionale, senza quindi che medici ed infermieri corrano il rischio di essere accusati di istigazione o aiuto al suicidio e omissione di soccorso.

La legge è un compromesso equilibrato, anche se forse potrebbe essere meno discriminatorio per i malati.  

L'iter non è ovviamente concluso perché la legge dovrà passare l'esame del Senato, esame dall'esito tutt'altro che scontato data la forte opposizione di alcune forze politiche ed i risicati numeri che lì ha la parte politica che l'ha votata alla camera. Bisognerà attendere  fino a che il testo andrà in votazione.

Già comunque è partita la campagna di disinformazione che indica la legge come l'autorizzazione all'eutanasia, cosa che ovviamente non è poiché i limiti di accesso sono ben precisi e vincolanti. Però come spesso succede si fa ricorso alla menzogna quando si tratta di sostenere tesi insostenibili.

Il paziente deve infatti rispondere a quattro caratteristiche: la sua patologia deve irreversibile, portare cioè alla morte,  l'essere pertanto mantenuto in vita per mezzo di trattamenti medici, provare forti sofferenze fisiche e psichiche, aver già avuto accesso ai trattamenti delle cure palliative. 

La richiesta dovrà essere fatta in modo esplicito e chiaro attraverso il proprio medico curante e la morte sarà considerata dovuta a cause naturali. 

Pur comprendendo le remore di molti, sopratutto conseguenza di una morale religiosa, sono convinto che sia un diritto sacrosanto di ognuno di poter decidere di porre fine alle proprie sofferenze fisiche e psicologiche in caso di malattie irreversibili. 

Si tratta quindi di un passo importante in quella conquista di civiltà che è il diritto di morire con dignità.  Un segnale forte contro il bigottismo assurdo di una società che urla alla dittatura per l'imposizione delle misure di contenimento e limitazione adottate dal governo per contrastare la  pandemia, a beneficio della comunità, per poi pretendere di imporre le proprie convinzioni o la propria morale agli altri su tematiche così dolorose e strettamente individuali.

La speranza è che questa legge sia approvata anche al Senato ma il percorso è difficile e chi lo vuole può dare il suo sostegno facendo pressione sui senatori del proprio collegio elettorale.



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